LEVATACCIA.

Il bambino voleva dormire con me perchè diceva che c'era un mostro nella sua camera. Proprio no. Controllammo gli armadi insieme e cuando lo rimisi a dormire, mi affacciai sotto il suo letto e dissi con tono minaccioso:
– Domani dobbiamo alzarci al alba. Non mi conosci quando non dormo le mie ore. Vediamo di non combinare guai.

– Comprendimi anche tu – rispose il mostro.




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Il centro della terra.

Spensi la sveglia tre volte. E’ l’ora e sono ancora tra le lenzuola. Dove sono le ali che mette l’amore?
Alla fine salto giù dal letto e mi tuffo nelle scarpe.
Nell’alzarmi noto che il pavimento è più vicino del solito. Non sono più basso. Sono solo i miei piedi che affondano nel suolo.
Faccio fatica a mettermi i pantaloni perché devo sollevare molto i piedi, perché continuo ad affondare, perché, perché. Non ho tempo per le spiegazioni.
E’ l’ora, ma tu sempre ritardi di cinque minuti.
Non perdo tempo a radermi perché ormai non arrivo allo specchio del bagno. Sono costretto a lavarmi la faccia nel bidet.
Mentre aspetto l’ascensore il pavimento mi arriva alla cintura. Quasi non arrivo al pulsante.
Per fortuna abbiamo fissato all’angolo. La gente non mi vede. Devo schivarli perché non mi pestino la testa.
Dovevamo fissare a casa mia, ma sei come sei.
Arrivo al chiosco giusto in tempo, ti vedo avvicinare mentre finisco di affondare.
Ora sei qua e non mi vedi, la mia faccia è giusto un palmo sotto al tuo tacco.
Ti mando baci mentre sparisco lentamente. Addio amore.
Peccato, oggi che ti eri messa le mutandine bianche con il fiocchetto.


Traducción: Nicoletta Bemporad

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